Kim Aris al tempio Musangam
Una delegazione birmana, con a capo la ex senatrice Albertina Soliani dell’associazione Amicizia Italia-Birmania di Parma e Kim Aris, il figlio minore di Aung San Suu Kye, ci hanno fatto visita nei giorni scorsi per parlare di questo paese dimenticato: sono emerse purtroppo, notizie non buone sulla grave situazione attuale della Birmania, ancora e da troppo tempo sotto dittatura militare.
Aung San Suu Kye ottantenne, la leader di fatto ed esautorata nel 2021, è attualmente in prigione in precarie condizioni di salute, totalmente isolata dalla famiglia e dal suo paese. Il figlio Kim ha potuto ricevere una sola lettera dalla madre, in cinque anni.
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Un po' di storia recente:
La Lega Nazionale per la Democrazia (LND, in inglese National League for Democracy) è un partito politico birmano fondato il 27 settembre 1988. È guidato da Aung San Suu Kyi, che ha la funzione di presidente e, precedentemente, di segretario generale. Nato come opposizione democratica alla dittatura militare all'indomani della rivolta 8888, divenne il partito di governo nel 2016 dopo che le forze armate avevano accettato le libere elezioni del novembre 2015.
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L'esperienza democratica in Birmania ebbe fine con il colpo di Stato del 1º febbraio 2021, quando i militari ripresero il potere.
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Il Partito dell'Unione della Solidarietà e dello Sviluppo (in inglese Union Solidarity and Development Party, USDP) è un partito politico birmano fondato nel 2010 come erede dell'Associazione per l'Unione, la Solidarietà e lo Sviluppo, braccio politico dell'esercito birmano e delle sue giunte militari.
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Tornando ad oggi, cercheremo concretamente di organizzare occasioni affinché questo paese, totalmente dimenticato dagli organi d'informazione, torni sotto i riflettori: per poco, ma costantemente. Perché se ne parli con giuste informazioni non strumentalizzate. Per esempio organizzando confronti tra Kim Aris e giornalisti italiani od esteri.
Coinvolgeremo le istituzioni, anche buddhiste, affinché questa cortina di silenzio sulla Birmania, ignorata dall'Occidente, possa ridursi, nella consapevolezza che non sarà facile.
Porremo enfasi sulla dittatura al potere, che delegittimò la democrazia ripristinata nel 2015 e che vedeva, fino al colpo di stato del 2021, la leadership di Aung San Suu Kye a seguito di elezioni finalmente regolari e vinte con larghissimi consensi.
Proveremo a metteremo in chiaro la delicata e fraintesa posizione di Aung San Suu Kye, sulle complesse problematiche etniche che la videro esposta a critiche aspre per non essersi schierata in difesa della minoranza musulmana dei Rohingya, stretta com’era dai rumors popolari che invero non vedevano di buon occhio questo popolo, nonché dal governo militare, di fatto controllore sovrano di ogni decisione, nonostante gli esiti delle elezioni dicessero il contrario.
Ci auguriamo si possa fare chiarezza su questi fatti, affinché notizie false non continuino a prevalere, o peggio fungano da scusa per non vedere la realtà drammatica di un popolo alle strette, affamato, disperso, imprigionato, in fuga, ucciso e torturato. Nel quasi totale silenzio degli organi di stampa e dei paesi cosiddetti democratici.
Il nostro intento è di parlarne, in modo giusto. Dar voce a chi non ne ha. Far emergere la verità al di là di ogni interesse di potere, politico ed economico.
Restituire visibilità e dignità ad un popolo nobile e gentile.